SALVATORE FERRAGAMO

Salvatore Ferragamo nasce nel 1898 a Bonito, paese a un centinaio di chilometri da Napoli, undicesimo di 14 figli. Sin da piccolo, dimostra una grande passione per le scarpe. Trascorre ore a guardare lavorare il ciabattino del paese, anche se il padre non vuole perché il calzolaio è considerato il più umile dei mestieri. Accade che la sorella Giuseppina debba passare a Comunione e indossare, come vuole la tradizione, scarpe bianche. La famiglia Ferragamo non ha però i soldi per acquistarle: è un disonore. Salvatore si fa prestare dal calzolaio di Bonito chiodi, filo, tela bianca e gli attrezzi necessari. La notte, di nascosto, inizia a fare il suo primo paio di scarpe. Al mattino le scarpe sono pronte e la sorellina è in grado di andare in chiesa con le scarpette bianche ai piedi, nello stupore generale. Salvatore ha 9 anni. Il suo destino è segnato. Avrebbe fatto il calzolaio.

A sedici anni raggiunge i fratelli emigrati in America. Lavora per quindici giorni nella fabbrica di scarpe Plant Shoe Factory a Boston, una delle più importanti aziende sulla East Coast. È affascinato dalla modernità delle macchine e dei processi di lavoro ma ne vede anche i limiti qualitativi: le scarpe fatte a macchina non hanno la stessa qualità di quelle che lui e la maggior parte degli artigiani italiani sono in grado di fare a mano.

Nel 1915 si trasferisce a Santa Barbara, in California, dove apre una bottega di riparazioni per calzature. La California di quegli anni è la terra favolosa dove prospera la giovane industria del cinema e Salvatore inizia a disegnare e realizzare scarpe per i film. Le grandi Dive del momento diventano sue affezionate clienti.

Nel 1916 si iscrive alle classi serali della Extension Division della University of Southern California a Los Angeles per studiare anatomia e comprendere la struttura del piede sul quale poggia la salute dell’intero scheletro. Scopre che il peso del corpo poggia sull’arco plantare e arriva alla definizione della calzata perfetta. All’interno delle sue scarpe inserisce una lamina d’acciaio, il cambrione, a sostegno dell’arco plantare, risolvendo il problema della comodità.

Quando l’industria del cinema si sposta ad Hollywood Salvatore Ferragamo la segue. Nel 1923 apre l’Hollywood Boot Shop e la stampa inizia a definirlo "Il calzolaio delle stelle". Nella sua autobiografia, pubblicata nel 1957, Salvatore Ferragamo ricorda le bizzarre ordinazioni ricevute dalle star come Gloria Swanson, Lillian Gish, Jean Harlow, Greta Garbo. Molti di questi modelli sono oggi conservati nell’Archivio Salvatore Ferragamo.

sf e apprendista resized

Salvatore con uno dei suoi giovani apprendisti calzolai

sf kimo resized

Salvatore Ferragamo con Emilio Schuberth alla presentazione del Kimo, Firenze, 1951

wanda resized

I coniugi Ferragamo nel 1940

Nel 1927 Ferragamo decide di tornare in Italia e si stabilisce a Firenze, città tradizionalmente ricca di abili artigiani. La maggior parte di questi ultimi, però, è scettica verso i nuovi sistemi di lavorazione della calzatura e misurazione del piede introdotti da Ferragamo. Sono i lavoranti più giovani a mostrare curiosità e interesse per il suo progetto. Salvatore apre dunque una fabbrica che è come una scuola con 75 apprendisti, da lui diretti. Recupera la dimensione artigiana, propria della città, ma la coniuga con il sistema produttivo della fabbrica americana, dividendo in segmenti lavorativi il processo. Dal suo laboratorio fiorentino avvia un flusso costante di esportazione verso l’America.

La caduta della borsa a Wall Street del 1929 coinvolge fortemente Ferragamo, dato il suo stretto legame con gli Stati Uniti. Gli effetti negativi della crisi, l’instabilità economica americana e mondiale lo porteranno al fallimento, depositato al tribunale di Firenze nell’agosto 1933. Ancora una volta il sistema produttivo deve essere ripensato ma Salvatore non si perde d'animo, riconoscendo l’importanza di una clientela locale e di un laboratorio nel centro di Firenze. Nel 1936 Ferragamo prende in affitto, tramite la sorella in quanto interdetto al commercio a causa del fallimento, alcune stanze nello storico Palazzo Spini Feroni, edificio simbolico della Firenze medioevale e ricomincia in pieno la sua attività.

Gli anni trenta e della guerra costituiscono un periodo di grande creatività per Salvatore Ferragamo, che dalle difficoltà sembra attingere nuovi stimoli. Nel marzo 1936 Benito Mussolini impone alla Nazione un ampio programma di nazionalizzazioni e di protezionismo, che si sintetizza nella parola d’ordine autarchia. È la risposta alle sanzioni commerciali che la Società delle Nazioni ha imposto all’Italia nell’ottobre 1935 per l’aggressione militare all’Etiopia. L’acciaio di migliore qualità è requisito per gli armamenti e molti altri materiali cominciano a scarseggiare. È in risposta a tali problemi che nasce la zeppa in sughero (brevettata nel 1937) assieme alle tomaie in canapa, feltro, pelle di pesce. Salvatore ricorre anche al cellofan, osservando la carta dei cioccolatini, luccicante ed elastica.

Grazie ai suoi successi, nel 1938 Ferragamo fonda la Salvatore Ferragamo S.p.A. È anche in grado di avviare il processo di acquisto progressivo dell’intero Palazzo Spini Feroni, che rimarrà da allora la sede dell’azienda. Nel 1940 Salvatore Ferragamo sposa Wanda Miletti, giovane figlia del medico e podestà di Bonito, con la quale avrà sei figli: Fiamma, Giovanna, Ferruccio, Fulvia, Leonardo e Massimo.

Nell’estate del 1947, Salvatore Ferragamo viene invitato a Dallas da Neiman Marcus, grande department store americano, a ricevere l’Oscar della Moda con la motivazione di aver saputo combinare il classicismo italiano e la tradizione artigiana con inventiva moderna. Fino ad allora il prestigioso riconoscimento, istituito nel 1938, era conferito solo a designer americani. Fra le scarpe che Salvatore Ferragamo porta a Dallas nel 1947 sono i sandali "invisibili" con tacco a zeppa di legno sagomata a forma di "F", come l’iniziale di Ferragamo, e rivestita di pelle e tomaia formata da una lenza da pesca in nylon trasparente. L’idea viene a Ferragamo da un operaio di ritorno da una partita di pesca sull’Arno con un grosso pesce. Lo aveva preso usando un nuovo tipo di lenza fatta di nylon. "I pesci non la vedono" spiega a Ferragamo. Il modello ha un enorme successo e il costo è di 29,75 $, l’equivalente di quattro tonnellate di carbone.

Le più famose star del cinema italiano e internazionale sono clienti di Salvatore Ferragamo, come lo sono le personalità dell’high society mondiale. Molte si recano a Firenze per incontrarlo a Palazzo Spini Feroni. Salvatore suddivide le donne che gli ordinano le scarpe in tre categorie a seconda della misura del piede. Le Cenerentole richiedono scarpe più piccole del numero 6. Femminili e amanti della moda, per essere felici devono essere innamorate. In questo elenco include Mary Pickford, Joan Crawford, Jean Harlow ma anche la Regina di Grecia, la Duchessa di Windsor, la Maharani di Cooch Behar. Le Veneri calzano il numero 6. Queste donne, in genere molto belle, celano dietro l’apparente frivolezza l’amore per le cose semplici per questo sono incomprese. Tra loro inserisce Marilyn Monroe. Le Aristocratiche sono quelle che calzano scarpe dal numero 7 in su, come Greta Garbo, Audrey Hepburn, Lauren Bacall. Sono sensibili e comprensive, a volte volubili.

Il 12 febbraio 1951, Salvatore Ferragamo partecipa alla prima sfilata di modelli di chiara impronta italiana organizzata dal buyer Giovanni Battista Giorgini nel salone da ballo della sua casa, Villa Torrigiani a Firenze, alla presenza della stampa internazionale e dei compratori americani. Ferragamo crea per l'occasione il Kimo, realizzato per gli abiti del sarto romano Emilio Schuberth. Ispirato al tabi giapponese, è indossato con un calzino di pelle o raso in abbinamento al colore dell’abito.

Salvatore guardava al futuro con ottimismo, ma condizioni di salute compromesse lo portano alla morte nell'agosto del 1960. Il grande sogno della sua vita - creare e produrre le più belle scarpe del mondo - è realizzato. Ma una nuova idea aveva cominciato a farsi strada negli ultimi anni: trasformare la Ferragamo in una grande casa di moda. Wanda, che fino a quel momento si era occupata di fare la moglie e la madre, è la nuova spinta propulsiva. Prende in mano le redini dell’azienda trasformandosi in in un’imprenditrice capace e acuta, affiancata dalle figlie maggiori, Fiamma e Giovanna.


SCOPRI DI PIÙ